I risvolti da annoverare sull’adozione (benché forzata) della DAD sono tra i più vari. Oggi ho voluto dedicarmi ad un tema che interpella la psicologia dell’apprendimento in minima parte e assume, piuttosto, un profondo risvolto sociale. Parliamo oggi della figura dell’insegnante.
Capitolo IV – La riscoperta del valore degli insegnanti
Il vivere la scuola e l’apprendimento attraverso la Didattica A Distanza sta molto probabilmente portando alla luce una grande quantità di processi motivazionali, cognitivi ed emotivi implicati nell’apprendimento troppo spesso dimenticati. A provato a metterlo in luce nelle mie precedenti riflessioni…ci sono tanti aspetti positivi nella DAD! Sta aiutando a stimolare i ragazzi in modo diverso, a prendere coscienza di molte dinamiche, aiuterà a ripartire (si spera) con un modo di affrontare l’apprendimento a scuola totalmente nuovo. Insieme a questi si osservano diversi aspetti negativi: alcuni sono insiti nel mezzo a distanza, altri, probabilmente, dipendono da come si è seminato e lavorato in passato. [Vedi gli articoli precedenti]
Se siamo attenti, inoltre, la DAD ci ha messo davanti anche ad una riflessione epocale sul ruolo dell’insegnante sotto molte sfaccettature. Sta aiutando tutti a rendersi conto quanto determinante e cruciale sia un buon insegnante. I genitori alle prese con i compiti in modo più diretto e costante, infatti, non si sono risparmiati nel dire “Non sono mica un insegnante io!” – “Non posso/non riesco/non sono in grado di seguire il mio bambino/a in questo modo!”. Ebbene si. In modo molto concreto ci si è confrontati con la difficoltà di far apprendere.
Come ricordavo nel precedente articolo lungo un percorso è importante avere un riferimento sullo stato del proprio cammino. Ma è altrettanto importante avere chi lo sa pianificare nel modo adeguato, per rendere lo sforzo minimo. Nonostante l’impegno di molti insegnanti nel condurre a distanza i proprio studenti sta emergendo proprio questo. Quanto siano cruciali delle persone in grado di pianificare, condurre, dare i giusti feedback, valutare “a che punto si è” nel corso del complesso cammino dell’apprendimento. Nel bene e nel male la presenza di questa figura si è affievolita: l’impegno personale del singolo docente difficilmente sopperisce ad abitudini e metodologie più frontali e relazionali praticate per secoli.
Ci si sta accorgendo tutti che non è vero che si impara comunque, che basta fare l’esercizio o leggere il libro. Ci si sta accorgendo che è indispensabile qualcuno che ti sappia condurre e accompagnare in questo cammino. Questa è la forte distinzione tra un “esperto di XXX” e un “bravo insegnante di XXX”. Entrambi conoscono molto bene la disciplina, ma uno la padroneggia negli aspetti tecnici, l’altro ne conosce le insidie di trasferirla e portare altri (diversi da sé) a padroneggiarla. L’insegnante nella sua specializzazione di assolvere a questo ruolo sta venendo riscoperto! Dietro alle lamentele delle famiglie, allo smarrimento di alcuni alunni e alla sensazione di stare faticando di più di prima di altri, c’è proprio questo. La percezione della mancanza di chi li guidi adeguatamente nell’imparare che lascia indietro solo i più miopi nel riscoprire quanto conti avere un buon docente.
In termini molto più psicologici, quindi, perché i genitori, quindi, sono così in difficoltà in questa fase? Perché non conoscono e non padroneggiano abbastanza bene i temi affrontati dai propri figli? Talvolta si…ma molto raramente. Molto più frequentemente non conoscono i processi e gli step che sottostanno all’apprendimento. Per questo trovano così complesso condurre i figli nella fatica quotidiana dell’apprendere. Propria questa considerazione fa riflettere su quanto la DAD stia offrendo la possibilità a questo paese di cogliere e riscoprire l’importanza del docente! Ma non è finita qui! Il bisogno di questa competenza di accompagnamento ci aiuta anche a capire di più sull’importanza della formazione degli stessi insegnanti in tematiche psico-pedagogiche. Padroneggiare tali temi, infatti, permette all’insegnante di essere ancora di più in grado di svolgere quel ruolo di guida e accompagnato, ma anche la loro funzione di educatori. Educare deriva dal latino, ex-ducere ossia condurre fuori. In un taglio squisitamente legato all’apprendimento i nostri maestri e professori assumono la funzione non solo di coloro che accompagnano nell’apprendimento ma che sono in grado, appunto, di ex-ducere ossia tirare fuori la potenzialità da ogni singolo studente. Sono quelle figure che quotidianamente nel rapporto di tutti i giorni si impegnano a fare questo lavoro di esplorazione nel tentativo di capire cosa lo studente ha dentro di sé al fine di sfruttarlo al meglio per crescere all’interno delle singole discipline. Sono quelle figure che, nel bene o nel male, in-segnano ossia lasciano il segno.
Forse è poco fermarsi qui…ma anche dilungarsi troppo potrebbe risultare eccessivamente pesante. Di certo abbiamo sul piatto un’occasione dai molteplici significati: per la società è il momento di riscoprire queste figure; per lo Stato è l’occasione per capirne l’importanza e valorizzarle nel modo giusto; per le famiglie è il momento per istituire un dialogo maggiormente orientato e più sinergico e collaborativo; per le Istituzioni Scolastiche è il tempo per dare nuovo impulso alla formazione; per gli insegnanti più esperti è l’opportunità per guardare con occhi nuovi al loro ruolo e per i più giovani lo snodo cruciale per comprendere se è effettivamente questa la loro occasione; per gli studenti è il tempo che gli aiuterà a maturare quanto alcuni di questi tanto lamentati prof. siano, in fondo, importanti per loro.
Tutto sta in mano a noi, se queste occasioni, opportunità, momenti, snodi e chance sappiamo riconoscerle e sfruttarle.